mercoledì 14 dicembre 2011

Silenzio, io voglio silenzio. Non uno qualsiasi. Un silenzio diverso. E non voglio sentire nè il troppo nè il giusto. Non voglio un silenzio tana. Ma voglio smettere di giocare tra anima e respiri. Artifici e fiammelle. La voglia di farci sbattere il cuore in petto e plasmarci di fervidi entusiasmi. Voglio un silenzio, senza pretese, che non cerchi altro che silenzio. E sappia lasciarsi schiudere nella sorpresa. Nello stupore. Nella meraviglia. Lentamente. Perchè le nuvole sono bellissime quando ricoprono il cielo di lievi screziature che lo sfumano dolcemente e lo precipitano in nuovi colori. Come se stessero là immemori della pioggia che sanno svuotare sul mondo. Tutto questo prima di un tuono improvviso. Silenzio. Sembra quasi una invenzione mentre lo pronunci. Ti fa sentire nuova. Forse lo sei. E adesso taci. Solo per ascoltarti davvero. Perchè ti sei parlata troppo voracemente addosso. E non sai staccarti dalle parole. Ti sembra che non dire sia un precario non esistere e hai un becero bisogno di avere una dimensione tattile e di ricordare agli altri che ci sei. Come se il tuo corpo fosse il promemoria della tua identità. E così non è. Cercare lo scheletro del mostro a cinque teste che ti ha rosicato il cuore. O forse era solo un figlio delle nuvole, nuvola anch'esso. Silenzio. C'è sempre troppo rumore. Donatemi il silenzio. Nel posto dove vanno a finire tutte le parole, dopo aver fatto il loro giro immenso. Non un rumore assordante. Silenzio. La rugiada si è, tuffata lieve e lenta, nella corolla di un fiore. Lo ha rigato. Lo ha dipinto di freschezza. Un fiore in inverno. Aspettava l'aurora. Si parla di empatia. In quella strana esigenza di cercare nuove parole. In fondo le menti sono solcate da tanto tempo dalle stesse parole. Sono là basta raccoglierle e usarle e credere siano nostre. Invece da qualche parte deve esserci un cimitero delle parole. Adiacente alla loro fabbrica. Là tutto torna.
Dimmi che esiste un pozzo dove io possa trovare
un giorno tutto quello che non mi hai mai detto.
E che i tuoi pensieri sono stati nascosti nel tronco di un albero.
Come un tesoro dimenticato.
Mi piace pensare che esistano.
Anche se non le troverò mai.
Nè le cercherò.
Forse.

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