sabato 8 ottobre 2011

Dove si annida la sopravvivenza? Ho germi inaspettati e nascosti di nostalgia per la gioia. Sicari che mi assalgono all'improvviso. E all'improvviso la voglia di gioire diventa. Indefinita è questa voglia di sorridere. A ridosso del vento. Fino a sentirmene fare una collana. E contarne le perle. O forse erano lacrime? O rugiada? Come un germoglio e come un bocciolo mi spunta sui polsi. Li accarezza e li stringe. Più tenace dell'edera si espande fino al cuore. Fino a nasconderlo in un bosco. O solo a farlo seme sperduto. Inaccessibile. E sono il muro di questa stanza. In cui infilare le dita e scavare. Invisibile è il confine. E su di me scivolano tele. Immagini e colori si sfaldano in memoria. E poi in oblio. E' paura pura quella che a volte mi trema dentro. Lungo un sentiero. Un serpente che striscia. E ingoia segreti inconfessabili. Ed inconfessati. E trama dentro. Con gli occhi di una stella. Dietro ad una finestra fatta di notte. In questa stanza di respiro ed incomprensione ci sono io. E mi assedio.  In questa scatola mi vivo dentro. Fino all'estremità. E non sono queste dita che fanno carezze. O questo sangue che mi riga la gola. E neppure nelle parole che solcano l'aria.
La mia estremità è nel protendersi del silenzio.
Come una lama. O una corda. La sento dietro i gomiti. Nei polsi che si baciano.
Sono prigioniera della mia stanza.
Nutrimi e prenditi cura di me.
Ma non sciogliere la mia catena.
Anello dentro anello.
Promessa contro promessa.
E se tutto fosse mescolato,
non perderebbe il suo posto.
Neanche le parole.

1 commento: